Un
attento studio dei PRINCIPIA [1][2][3][4][5] porta alla straordinaria
conclusione che Newton, senza mai averne contezza (e tutti noi con
Lui), corregge la legge di caduta dei gravi di Galilei! Attraverso le
sue formule è immediato stabilire che, sulla superficie
terrestre, cadrebbe prima il corpo più pesante e poi quello
più leggero, ma la differenza temporale, facilmente
determinabile teoricamente, è talmente piccola che, ancora oggi,
è praticamente impossibile rilevarla sperimentalmente. Se
però le previsioni di Newton sulla caduta dei gravi, e quindi
nel ristretto ambito terrestre, sono tutt’ora irraggiungibili, le
implicazioni che avvengono nel sistema solare sono del tutto
eccezionali e straordinarie. Sulla scorta di un errore concettuale e di
calcolo di Le Verrier e di Newcomb circa il moto del perielio di
Mercurio saremo in grado di vedere, sempre e solo in forza delle
equazioni di Newton, il fondamentale e sempre trascurato ruolo della
massa gravitazionale attiva del pianeta generico sul Sole, azione che
sostanzialmente consiste in uno scalzamento del nostro Sole, invece
sempre pensato assolutamente fisso, spostamento verso il punto γ
direttamente proporzionale alla massa gravitazionale del corpo
orbitante. Con incontrovertibili ed elementari considerazioni di
carattere fisico scopriremo che mentre Mercurio sposta il Sole verso il
detto punto γ di appena 44’’ in un secolo, Giove,
questo gigante del sistema solare, lo spinge di ben 52’’
all’anno, mentre la Terra di 2’’ all’anno. Ne
viene fuori subito uno fatto di eccezionale importanza: il grandioso,
concreto ed innegabile fenomeno astronomico che oggi va sotto il nome
di precessione lunisolare, mai chiaramente interpretato, non sarebbe
dovuto al moto proprio del punto γ verso il Sole,
quest’ultimo pensato sempre assolutamente fisso così come
vorrebbe l’accreditata e discutibile versione ad hoc di Newton,
ma andrebbe invece anche ascritto, per una parte non trascurabile, al
moto reale del Sole verso lo stesso punto, moto provocato, come
già detto, dall’azione di scalzamento gravitazionale che
tutti i pianeti esercitano, ed in varia misura, su di esso. E non
è forse un caso che la differenza tra i 52’’
provocati da Giove ed i 2’’, provocati dalla Terra,
coincida proprio con i 50’’ dell’attuale precessione
lunisolare. In altri termini e come puntualmente andremo a stabilire
con precisi calcoli, l’effetto terrestre o locale della non
veridicità della legge di Galileo Galilei si traduce, in campo
astronomico, sia nell’interpretazione dell’inspiegabile e
fievolissimo spostamento (precessione) del perielio di Mercurio che in
una nuova e chiara riformulazione dell’innegabile e concreta
precessione, oggi detta lunisolare. Ma allora è vera la critica
di Bernoulli, Eulero e d’Alambert … |